Scorsi,
tra le orme del vento a levante,
il timido sorriso dei campi sonnolenti.
Nel friabile manto della zolla
il respiro della terra
esala un vagito
che il petto le rinfranca.
Maggese,
epurato dalle messi,
dai castighi degli inverni,
rinasce ora in trasmigrazioni
stese al sole ad asciugare.
Ora s' è velato d' un incanto
che ha i richiami della luce,
e nelle profondità
ha i rintocchi della festa.
E il suo spirito
corre
verso le fecondità
della piovosa nebbia,
dove si disperde
in odorose viole,
per germinare la schiusa
che gli batte nelle vene.
Rosita Matera, nov.2019
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