GIALLO È IL VERSO DEL MATTINO - Rosita Matera, IVVI Editore

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giovedì 24 ottobre 2019

L' ENIGMA DELLA BELLEZZA


Nel 2018, nel mese di ottobre, presi parte ad un Concorso dedicato alla Filosofia, un Premio Nazionale, in cui mi si chiedeva di scrivere un breve trattato filosofico, il cui tema fosse la bellezza in tutte le sue declinazioni.
Molti di voi, amici, studenti, insegnanti e lettori del mio blog, si sono dimostrati interessati al tema trattato e alla filosofia in particolare, perché, mi dite, essa fa parte della vita e la arricchisce di nuovi significati. Per questo ho ritenuto opportuno pubblicare il mio lavoro, per offrirvi spunti di riflessione su un tema sentito e  sempre attuale,  quello della BELLEZZA.
Buona lettura.

  

L’ENIGMA DELLA BELLEZZA: DALL' "ARCHÈ" AL PENSIERO DELL’UOMO MODERNO

Cosa può essere considerato bello con tutta certezza, e cosa non è da considerarsi tale? Quali sono i criteri di scelta per definire la bellezza? E dove vive e si può notare il bello, nella sua forma più evidente? Sono tanti i quesiti che l’uomo si pone da sempre di fronte alla bellezza; domande a cui, nel corso dei secoli, filosofi, santi, artisti e liberi pensatori hanno cercato di rispondere attraverso svariate ed originalissime versioni, a volte simili tra loro, altre volte inconciliabili. Tuttavia l’insieme dei concetti espressi nel corso dei secoli, hanno dato vita ad una vera e propria mappa, preziosa e necessaria, per orientarci meglio in questo affascinante viaggio alla ricerca del bello. Un itinerario che faremo insieme, cercando di stabilire dei punti cardine da cui partire, per poter giungere alle risposte più appropriate. Per poter avere risposte plausibili, ci inoltreremo in uno spazio fisico e metafisico chiamato Bellezza. Ma per poter raggiungere questo “luogo misterioso ed insondabile”, sarà necessario percorrere  a ritroso un lungo fiume, quello del tempo, perché per poter capire dove abita il bello, dobbiamo partire dal concetto di “archè”, ovvero ciò che, da Anassimandro fino alla scuola aristotelica, è considerata “la fonte”, “ il principio” di tutte le cose. L’origine di tutto, la matrice che ogni cosa racchiude in sé, parte da un “ demiurgo” , un Creatore che ha voluto, per amore, soffiare la vita in ogni particella che compone il “divino mosaico”: l’universo. Il libro della Genesi ci riferisce che tutto ciò che Dio ha creato a Sua immagine e somiglianza (Genesi 1,27) era buono e bello. Infatti, secondo famosi biblisti ed esegeti, il termine tôb, il cui significato oscilla tra “buono” e “bello”, nell’Antico Testamento viene ripetuto  per ben 741 volte (sic!). Ciò evidenzia come per la Bibbia, l’idea della Bellezza e della Bontà siano facce della stessa medaglia, due virtù imprescindibili, che interagendo si  mescolano l’uno all’altra fino a fondersi in un unico elemento: il soffio divino, diffuso in tutta la narrazione biblica. La questione estetica ed etica vengono formulate  in maniera evidente ma, nello stesso tempo, vengono superate attraverso l’armoniosa fusione dei due elementi. Tesi avvalorata dalle Sacre Scritture, in cui si legge che, al termine di ognuno dei sei giorni della Creazione, “ Dio vide che tutto era tôb ”, e dunque il Creato conservava in sè qualcosa di buono e di bello (Genesi1,4).  Il testo poi utilizza il superlativo dello stesso termine quando descrive l’uomo, definendolo  la massima espressione del disegno divino. Anche per i greci, il termine kalòs incarna la bontà, la generosità, unita al concetto di bellezza luminosa ed apollinea. Per la Bibbia quindi, la bellezza è una qualità basilare su cui si fonda la storia dell’uomo, frutto di una “emanazione”,  un atto di amore dal Creatore alla sua creatura (immanentismo). Tuttavia, essa è una azione generata da una scelta precisa e non da un puro caso (casualismo), di particelle, od atomi uniti accidentalmente, come affermava Democrito. Un esempio emblematico a riguardo, è rappresentato dal  peccato originale, generato da un atto di disobbedienza, quindi da una precisa scelta da parte di Adamo ed Eva. Un gesto che ruppe quell’Eden armonioso e perfetto a cui l’uomo era stato destinato. A questo punto ci troviamo di fronte ad un assioma: ciò che viene da Dio è buono bello, ma l’uomo, con le sue scelte, giuste o sbagliate, è il detentore della bellezza, dell' armonia o del suo contrario. Infatti molte  fedi e religioni, convergono nello stesso punto: il concetto di corpo non è legato alla mera fisicità, ma implica anche l’aspetto spirituale:la mente, il pensiero. Al di là del discorso filosofico, etico, estetico e religioso, l’idea della bellezza ha subito svariate metamorfosi ed interpretazioni attraverso esperienze, credenze, miti, abitudini e stili di vita. Ad ogni latitudine e longitudine della Terra esisterà una diversa considerazione della bellezza, autentico puzzle costituito da miriadi di tasselli. Di conseguenza sarà difficile stabilire con chiarezza dove possa vivere il bello. Possiamo, tuttavia, provare a capire, attraverso il nostro personale concetto di bellezza, dove essa possa risiedere. Attraverso la moda, i modi, i miti, la tecnologia, Internet, i social network e i mass media, ciascuno di noi, quotidianamente, nuota in  un “magma” sempre più confuso e “globalizzato” circa l’idea della bellezza. Quindi, come orientarci in questo mare magnum di informazioni? Ci basta cliccare sullo schermo del nostro smartphone per accorgerci che la velocità delle idee, dei criteri e dei parametri di riferimento viaggiano quasi ad una velocità superiore al nostro stesso pensiero. Per fare chiarezza, come in ogni labirinto o itinerario intricato che si rispetti, abbiamo bisogno di un filo conduttore, simile al filo di Arianna, in cui il nostro eroe, Teseo, (che in questo caso ci rappresenta), segue con perseveranza. Ma ora, ci chiediamo, cosa potrebbe fungere da "fil rouge" per poter fare chiarezza nel marasma di informazioni e poter stabilire, una volta per tutte, quale sia l' inconfutabile dimora della bellezza? Considerando che ogni pensatore ci fornisce solo un’opinione, tentando di dare alla bellezza una definizione approssimativa e non assoluta, dobbiamo imparare a farci domande a cui rispondere in modo del tutto personale. E' questo lo scopo della filosofia. Dunque, per dare alla bellezza una definizione profonda, veritiera e soprattutto individuale, dobbiamo avere il coraggio di chiudere gli occhi e capire cosa riesce a comunicarci, le sensazioni che evoca in noi ; questo semplice e piccolo “abbandono” ci permette di guardarci dentro, insegnandoci ad “ascoltare” il nostro mondo interiore, a percepire lo scorrere del fiume delle nostre emozioni. Ciò riuscirà a coinvolgere i nostri sensi, il nostro inconscio, la nostra parte “primordiale” , quella pars adstruens del regno del cuore, che ci permette di vedere tutto con limpida semplicita'. Concetto ripreso e magistralmente espresso dallo scrittore francese Antoine de Saint Exupéry, nel libro “Il piccolo principe :"Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi” . Ogni cosa, ogni sensazione, ogni piccola goccia di vita viene colta e raccolta nella nostra anima, dove alberga la bellezza in tutto il suo splendore, poiché ciò che vediamo brillare nel mondo non è altro che il riflesso di ciò che siamo. 

                                           Rosita Matera, 
                                         24 Ottobre 2018

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