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Fotografia di Rosita Matera |
Ci dissero di accettare.
Senza discutere, senza parlare.
Accettare un pezzo di pane,
spaccarsi la schiena sotto un sole che tace.
Tace e brucia lo spirito e il corpo,
da trascinare su un letto disfatto
alla fine di un giorno qualunque.
Uno dopo l'altro, gli istanti ed i giorni,
tutti uguali, se a casa ritorni,
oppure cercare un luogo di fortuna dove poter aspettare l’alba di un altro giorno,
in cui spaccarsi la schiena:
stanchi fino all’osso per poter anche pensare,
stremati fino al cuore per sognare il domani.
Perché domani è uguale ad oggi,
col capo chino e perduto nel tempo;
un tempo senza Tempo,
dove solo le stagioni
mutano e passano,
senza lasciare impronte
su destini di carta.
Poi ci dissero, così all’ improvviso, che eravamo Uomini, Donne, Bambini.
Come a rammentarci qualcosa
che dimorava nelle nostre coscienze.
...Non macchine, non muli da sacco,
nè fabbriche umane senza arte nè parte,
ma persone, persone vere
con diritti e doveri stesi come bandiere,
persone ricche di sogni, bisogni,
di passi da fare a testa alta,
senza cappello da togliere davanti a nessuno ma
soltanto a Dio e alle nostre vite, con le mani libere, signore e signori!
“ Le mani che furono solo dei campi,
dei venti contrari, degli schiavi e dei vinti
ora sono solo vostre, e di nessun' altro! "
Così parlò quell’ uomo tra il grano ed il vino,
che fu letterato, Uomo, contadino,
che fa ancora eco su un monumento,
a metà tra la strada ed il firmamento.
Rosita Matera, 2019
(Dedicata alla difficile storia del Sud e a Giuseppe Di Vittorio, che seppe riscattarne le sorti.)
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